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Ricordi e Testimonianze di una Missione di Pace

Slide Breganzona, 16 ottobre 2013

Quest'anno ricorre il 60° anniversario dell'armistizio nella guerra fra le due Coree. Un cessate il fuoco che non si è mai trasformato in pace e sulla cui applicazione, a distanza di decenni, vigilano ancora nella zona smilitarizzata a Panmunjom alcuni militi svizzeri.

Il 7 luglio 1953, il Consiglio federale Svizzero ha deciso l'impiego di una delegazione svizzera nelle missioni neutrali in Corea.

Tra gli ufficiali ticinesi inviati in Corea c'erano Marco Bagutti, che prestò servizio nel 1954, e Giovanni Foletti nel 1978.

Giuseppe Termine, presidente dell'UPF-Ticino, ha introdotto la serata con un breve saluto e la spiegazione sulla missione e gli scopi dell'Universal Peace Federation.

Mauro Sarasso, presidente dell'AAIK, Associazione per l'Amicizia Italia-Korea, ha condotto la serata, ha iniziato con una presentazione illustrata sulla Corea, spiegando la locazione geografica, storia e cultura.

Il Tenente Colonnello Marco Bagutti, ha raccontato alcuni dettagli della sua entrata in servizio e delle istruzioni ricevute da parte del comando militare svizzero. Ha fatto emozionare la platea quando ha raccontato il momento della partenza in cui ha lasciato la moglie e figlio neonato, ed è partito per la Corea, una nazione devastata e divisa, appena dopo la fine della guerra coreana. A quell'epoca avvenivano ancora gli scambi di prigionieri politici. Le foto da lui mostrate sulla povertà generale e dei paesaggi desolati, hanno profondamente impressionato. Durante i suoi 9 mesi di missione era stato in 10 diverse città della Corea del Nord e del Sud. Inoltre la moglie ha raccontato che poteva ricevere una sola telefonata da lui a Natale attraverso i servizi diplomatici a Berna.

Il Maggiore Giovanni Foletti, era in Corea durante un anno di grande sfide diplomatiche, faceva parte della prima delegazione che era entrata nel terzo tunnel, appena scoperto, scavato dai nordcoreani sotto il 38° parallelo. Dalle sue diapositive si è potuto costatare che il modo dei coreani nel vestirsi, nello stile di vita e nei metodi agricoli erano cambiati di poco nell'arco di 24 anni, cioè un'intera generazione, la sola differenza stava nelle colline diventate di nuovo verdi. Mentre nella Corea del Sud, sotto il Presidente Park, era imposto un copri-fuoco notturno, i soldati svizzeri che viaggiavano attraverso la Corea del Nord, potevano persino entrare facilmente in Cina. Dopo la sua presentazione, il Sig. Foletti ha anche gentilmente risposto a diverse domande del pubblico.

Heiner Handschin, presidente dell'UPF Svizzera, a fine serata ha conferito il certificato di "Ambasciatore di Pace" ad ognuno dei due relatori.

Per concludere la Signora Dak Nim Sarasso, vestita di un bellissimo vestito coreano tradizionale, ha dato un tocco orientale alla serata, cantando una canzone coreana che parla del sentimento di unità del popolo coreano.

Grazie a quanti hanno contribuito a questo evento memorabile!

Seraina Termine

 

Marco BaguttiMarco Bagutti Corea 1954-1955

Mi sono arruolato per la missione di pace che il Consiglio federale aveva accettato di svolgere, con decisione del 7 luglio 1953.

IL primo distaccamento di 81 militi svizzeri era entrato in funzione il primo agosto di quell'anno, dopo la firma dell'armistizio che poneva fine alla guerra fra le due Coree il 27 Luglio 1953. Sono entrato in servizio nell'agosto del 1954, in forza alla Commissione di sorveglianza delle nazioni neutrali che comprendeva oltre alla Svizzera, la Svezia, la Polonia e la Cecoslovacchia, dopo che la Commissione per il rimpatrio dei prigionieri era stata smantellata.

Il Dipartimento militare cercava giovani ufficiali che sapessero l'inglese e fossero disposti ad andare in Corea senza la famiglia. Le missioni si riunivano ed alloggiavano in grandi tende e baracconi; il campo era un viavai di militari dei diversi eserciti nel clima febbrile ed instabile di un cessate il fuoco.

Il nostro compito era duplice: a partire dalla zona franca di Panmunjom dove eravamo di stanza, dovevamo ispezionare, con turni di pattuglie predeterminate, cinque località ai punti cardinali della Corea del Nord (Sinanju, Simuju, Manpo, Hungnam e Chongjin, al confine con la sovietica Vladivostok), e cinque nella Corea del Sud (Inchon, Kunsan, Taegu, Pusan e Kangnung), che erano state teatro delle principali offensive e controffensive durante le ostilità tra le truppe cinesi e nordcoreane da una parte e quelle coordinate dalle Nazioni Unite dall'altra.

Saltavamo sulle jeep e via per giorni, fino a raggiungere la destinazione fissata dove incontravamo a turno i militari dei due campi e dove restavamo per alcuni giorni prima di tornare alla base a fare i rapporti. La Commissione doveva inoltre tenere una contabilità esatta di tutti i movimenti militari. Quando arrivavano i convogli tutti i soldati venivano fatti scendere e si mettevano in fila: noi li contavamo e trasmettevamo a chi di dovere l'informazione. C'era anche lo spazio aereo da ispezionare: se, ad esempio reperivamo un Mig 21 di fabbricazione sovietica la cui dotazione non era autorizzata bisognava immediatamente comunicarlo.

L'altro compito principale che ci era assegnato era il "meeting" durante il quale, in una saletta dovevamo approvare con i colleghi le relazioni da trasmettere ai superiori. Noi svizzeri e gli svedesi eravamo liberi e neutrali mentre era evidente che i polacchi e i cecoslovacchi avevano le mani legate: prendevano ordini superiori da parte dei loro ufficiali (commissari del partito) e dai cinesi. Erano i cinesi a dirigere le operazioni, anche se la loro presenza era apparentemente molto discreta, mentre dall'altra parte c'erano gli americani, ma la loro presenza era molto più aperta e noi militi in missione di pace - che eravamo tenuti a depositare la nostra pistola - eravamo scortati da loro.

Vi era un ospedale diretto da uno svizzero, il dottor Iten, e lo spettacolo che mi capitò di vedere era preoccupante: i medici erano chiamati a lottare contro terribili contagi come il tetano, che mieteva parecchie vittime.

Nell'autunno del 54 ricevemmo l'informazione che l'esercito cinese - in aperta violazione dell'armistizio - aveva creato un aeroporto clandestino a Nord della linea di demarcazione, in territorio nord-coreano. La nostra missione era di recarci immediatamente sul luogo indicato per verificare la veridicità delle informazioni e fare rapporto ai responsabili della Commissione di sorveglianza delle nazioni neutrali. Ci fu messo a disposizione un piccolo convoglio ferroviario. Quando arrivammo al treno, fummo accolti con una cordialità incredibile da parte dei soldati cinesi con grandi saluti e brindisi.

Il convoglio si avviò con grande lentezza e dopo alcuni chilometri era già fermo per non precisati motivi tecnici. Il convoglio procedeva a singhiozzo: qualche chilometro di marcia e un nuovo arresto. Quando finalmente arrivammo sul posto indicato... dell'aeroporto non vi era traccia. Capimmo il perché del ritardo ...dare tempo ai cinesi di smantellare il tutto.

Nel 1955 ci fu un momento molto critico: la Cina comunista voleva invadere Formosa e in settembre 54 iniziò dei bombardamenti che provocarono una crisi politica-militare con gli Stati Uniti. Eravamo preparati al peggio: ad abbandonare la Corea se Washington fosse intervenuta militarmente contro Pechino. Per fortuna Eisenhower rinunciò, per evitare una escalation pericolosa per il mondo intero. In agosto 1955 feci ritorno in patria con la speranza che questa Corea che ha conosciuto oppressioni, distruzioni, invasioni possa finalmente sapere cosa significa la libertà.

 

Giovanni FolettiGiovanni Foletti

La Corea, dalla dominazione cinese a quella nipponica

• 1894 - La Corea viene liberata dai giapponesi che vincono la guerra contro la Cina.

• 1904 - Inizio della guerra russo-nipponica, perché lo Zar fece valere dei vecchi diritti di usufrutto di selve lungo il fiume Yalu. I giapponesi vincono la guerra contro la Russia e rafforzano la loro posizione in Corea. Dopo la destituzione dell’ultimo re della dinastia Yi la Corea diventa una colonia del Giappone.

Come avete sicuramente potuto intendere, la storia coreana è strettamente legata alle vicissitudini dipendenti dai rapporti di forza tra Cina e Giappone, ed ha quindi dovuto subirne le conseguenze.

Ricapitolando e per trovare il trait d’union che portò alla guerra di Corea si può affermare che:

  • nei periodi di dominazione Cinese i coreani godevano malgrado tutto di relativa libertà.
  • Questo non lo si può affermare per il periodo che va dal 1910 al 1945, quando furono dominati dal Giappone. Per questo periodo si può veramente parlare della niponizzazione della Corea.

Il momento più opportuno per la liberazione della Corea era quindi dato nel 1945, ossia al momento del:

  • Declino del Giappone ( 02.09.1945)
  • e quando anche la Cina era indebolita da conflitti interni.

Disgrazia volle che in questo vacuum politico si interposero due altre grandi potenze, la Russia e gli Stati Uniti d’America.

Nel novembre 1943 alla conferenza del Cairo, il presidente americano Roosevelt, il primo ministro Churchill per la Gran Bretagna, e il maresciallo Chiang Kai-Shek della Cina nazionalista, discutono sul futuro della Corea e sono concordi nell’affermare che dopo la guerra, cioè la seconda guerra mondiale, la Corea deve diventare libera ed indipendente.

A Yalta nel febbraio del 1945 si discute ancora della Corea, ma questa volta in presenza di Stalin. Le grandi potenze decidono che la Russia, dopo la vittoria sulla Germania, dichiarerà guerra al Giappone (e questo avverrà l’8.08.1945), e che si occuperà della capitolazione delle truppe nipponiche nella parte settentrionale della Corea. Questa convenzione venne più tardi confermata in occasione della Conferenza di Potsdam, e durante la quale si stabilì il 38° parallelo quale linea di frontiera, a nord della quale avrebbero operato i russi e a sud gli americani, ossia per disarmare i giapponesi.

Dato che la dichiarazione del Cairo venne a posteriori riconosciuta anche dai russi in occasione della Conferenza di Potsdam, gli alleati erano convinti di riconoscere il 38° parallelo unicamente come linea d’operazione militare e non come confine politico.

Si sbagliarono di grosso perché poco tempo prima della capitolazione del Giappone i russi invasero la Corea del Nord e la occuparono fino al 38° parallelo.

Per chiarire la situazione, una conferenza dei ministri degli esteri dell’URSS, USA, GB e Cina nazionalista, venne convocata a Mosca nel novembre 1945. Non si concluse nulla (l’idea era quella di formare un governo provvisorio sotto il mandato delle grandi potenze). Ci riprova l’assemblea generale delle Nazioni Unite nel novembre del 1947, dando l’incarico ad una speciale commissione di preparare le elezioni in tutto il paese. A causa della mancata collaborazione da parte delle autorità militari la commissione non potrà portare a termine il compito assegnatole.

La divisione delle due Coree, vista l’impossibilità di sbloccare la situazione venutasi a creare dopo l’invasione delle truppe comuniste fino al 38° parallelo, esiste quindi già de facto.

Nell’ottobre 1945, Kim Il Sung ed i suoi seguaci fondano il partito comunista coreano e l’esercito popolare coreano. Nel settembre 1948 proclamano la fondazione della Repubblica Democratica Coreana definendola l’unica rappresentante legale del popolo coreano. Quest’ultimo atto accade dopodiché un mese prima a Seoul viene regolarmente eletta con elezioni libere un’Assemblea Nazionale. Il governo da essa costituito sarà più tardi riconosciuto dall’assemblea generale delle Nazioni Unite come unico governo legale della Corea.

Nel corso del 1949, sia le truppe americane che le truppe sovietiche si ritirano completamente dalla penisola coreana.

I negoziati di armistizio iniziarono il 10 luglio 1951 a Kaesong, e si conclusero con l’accordo di Panmunjom, il 27 luglio 1953, dopo un totale di 575 riunioni. Particolari interessanti a sapere i seguenti, che la seduta più corta durò 15 secondi, e che il periodo più lungo d’interruzione delle trattative è stato di 199 giorni. Il trattato d’armistizio è stato firmato dal comandante supremo delle Nazioni Unite, generale Clark, come pure dai comandanti supremi delle forze armate nordcoreane e cinesi, ma non dai sudcoreani.

Le trattative sarebbero forse continuate ancora per diverso tempo (Nordcoreani e cinesi non avevano fretta) se non ci fossero stati i seguenti tre fatti a propiziarne la conclusione e la firma del trattato d’armistizio:

  • l’intervento a favore di una soluzione da parte dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite,
  • la paura cinese di una vittoria repubblicana in America, con probabile intervento delle truppe nazionaliste di Chang Kai-Shek,
  • la morte di Stalin avvenuta il 05.03.1953.